Roma. 20.05.2025
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“Una ragazza minorenne che lavora in nero su un’imbarcazione a Venezia, un bidello che fa doppio lavoro per sbarcare il lunario a Serradifalco, un operaio edile a Scafati e, ancora, un operaio a Prato in un cantiere in appalto delle Ferrovie. Nel giro di poche ore tutti uccisi dal lavoro: minorile, nero, insicuro, irregolare o in appalto. Con questo operaicidio continuo, permanente, diffuso, il nostro Paese ricorda oggi i 55 anni dello Statuto dei lavoratori che volle libertà di opinione, uguaglianza, rappresentanza, accertamenti sanitari, controlli, tutela della persona e, soprattutto, della salute e sicurezza dei lavoratori. Prima Di Vittorio e poi Brodolin, Donat Cattin, Giugni, portarono la Costituzione nelle fabbriche. Noi dobbiamo ancora portarla nei cantieri, nei campi, negli uffici, nella logistica; intanto però l’operaicidio continua, ogni giorno. Dopo ciascuna strage sentiamo solo parole, parole, parole: speriamo che almeno nella giornata dello Statuto dei lavoratori ci risparmino la vuota retorica del cordoglio. La demagogica indignazione del giorno dopo”.
(Bruno Giordano, magistrato presso la corte di cassazione).