Sicilia. Crocetta: Manager in pensione, stiamo rispettando la legge
4 min readPalermo, 9 ago 2014 (italreport) – “E’ singolare che la vicenda dei manager del Policlinico e del Cannizzaro di Catania venga vista come un “affaire” legato allo scontro politico tra le correnti del Pd. Se la tesi dovesse essere questa, vorrei capire allora perchè il governo precedentemente, considerato che la tensione con l’area cuperliana era già esistente all’atto della nomina di tali manager, potendo non nominarli lo ha fatto. La scelta di Cantaro è stata fatta all’interno di una terna di nomi proposta dal rettorato di Catania e quella di Pellicano’ sulla base di una proposta dell’assessorato alla Salute, che ha giudicato degno di nomina tale dirigente. Quando il 24 giugno firmai il decreto di nomina dei manger della sanità, l’indomani della pubblicazione del decreto del governo che diceva che tutti coloro che sono in pensione non possono assumere incarichi di nessun tipo, qualche giornale maliziosamente scrisse che avevo nominato Pellicanò e Cantaro per favorire due dirigenti vicini al Pd prima che scattasse l’incompatibilità prevista dal decreto governativo. Solo che fino al 24 nessun sito o giornale aveva parlato
di tale incompatibilità e siccome non potevo avere la sfera di cristallo, non potevo essere a conoscenza delle decisioni future del governo. Da quel momento ci siamo posti il problema sull’applicabilità o meno di tale norma rispetto a una nomina effettuata e un contratto ancora non sottoscritto. L’assessorato alla Salute prontamente comunicò ai due che la sottoscrizione del contratto era momentaneamente sospesa e il governo si è adoperato per fare luce sulla questione. Da quel momento sono scattate varie questioni: un ordine del giorno al Senato, non richiesto dalla Regione, che salvava specificamente queste 2 nomine, perchè non credo che in Italia ci siano tanti casi di questo tipo; tale odg non è stato recepito nè dal governo né successivamente dal parlamento; il parere del Ministero della Funzione Pubblica che non ci è stato inviato e non sappiamo da chi sia stato richiesto, a sostegno dei due manager; un parere dell’ufficio legislativo e legale della Regione che lascia al governo la decisione di sottoscrivere o no il contratto; infine un ultimo parere dell’avvocatura dello Stato che nega in modo tranciante il fatto che si possa sottoscrivere un contratto con dei pensionati in presenza di un divieto normativo. Tra l’altro mi pare che la giurisprudenza sia molto chiara. Quando da un atto illegittimo ne conseguono vantaggi per taluno, scatta l’abuso. E un buon amministratore deve evitare di farlo. Il legislatore ha voluto sancire il divieto di assumere obbligazioni con soggetti che si trovino in stato di quiescenza. Ritengo che l’obbligazione nasca al momento del contratto. Se è vero che la nomina è stata fatta quando era possibile farla, il contratto veniva firmato in presenza di divieto. Vale di più giuridicamente l’atto di nomina o la legge che vieta di attribuire incarichi a personale in quiescenza? Io ritengo che prevalga la legge. Tra l’altro sul piano etico ritengo che in una società in cui molto spesso importanti cariche vengono occupate dai pensionati, questo sottragga lavoro ai giovani e quindi c’è una ragione sociale molto importante in quella norma. Io la ritengo giusta, cominciamo a valorizzare i giovani. Tra l’altro mi risulta che il dottor Pellicanò sia collocabile politicamente con qualcuno, Cantaro viene indicato vicino ad alcune aree del Pd, ma di tutto questo non ci interessa. Siamo interessati a evitare che si commettono ingiustizie e reati. I due dicono di avere ragione, facciano ricorso e rispetteremo sentenza. Oggi abbiamo un parere dell’avvocatura che ci impedisce la nomina, tutto il resto fa parte di logiche che non ci appartengono. Appartenere a un partito o ad una corrente, sottrae qualcuno alle leggi? Se poi qualcuno ritiene che senza i pensionati il mondo non può andare avanti, allora blocchiamo tutti i pensionamenti e facciamo lavorare all’infinito quelli che ci sono. Sinceramente è troppo, stiamo applicando la legge, in perfetta buona fede e la legge stessa attribuisce a ogni cittadino diritto a difendersi. La legge prevede anche che i due manager possano effettuare tale lavoro gratuitamente, però sinceramente mi appare incomprensibile che un lavoro che richiede circa 12 ore al giorno, possa essere solo volontario anche perchè i meccanismi di controllo sui manager, sulla base degli schemi dei contratti approvati in giunta, si basano su meccanismi premiali o penalizzanti in relazione ai risultati raggiunti. L’incarico volontario inoltre non può durare oltre un anno. Perciò, se avessimo optato per tale scelta, tra un anno avremmo dovuto rifare tutto. Sinceramente non sarebbe stato brillante in termini di programmazione. Il governo ha deciso di applicare la legge. Ci dispiace di non poterci avvalere della professionalità di Cantaro e Pellicanò, che il governo giudica altissima, ma “dura lex sed lex”. E’ quanro dichiara il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta