2 Maggio 2024

ITALREPORT

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Sindaci e presidenti delle unioni montane contro il pareggio di bilancio

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Uncem: “Eliminare la norma che blocca l’uso dell’avanzo di amministrazione. I nostri sono comuni virtuosi che devono poter fare investimenti”

I Sindaci e gli Amministratori dei Comuni montani del Piemonte e i Presidenti delle Unioni montane si schierano compatti contro la norma nazionale introdotta nel 2016 che blocca l’uso dell’avanzo di amministrazione dei Comuni per effetto del pareggio di bilancio. La Regione Piemonte ha agito negli ultimi due anni per “aprire un varco” per gli Enti, consentendo “spazi finanziari” ai Comuni per investimenti. Ma non basta. “Gli effetti della disposizione nazionale stanno di fatto bloccando le attività dei Comuni, piccoli e grandi, tutti sottoposti al pareggio – evidenzia Lido Riba, presidente Uncem Piemonte – I 500 Comuni montani sono stati virtuosi e per questo sono anche quelli oggi più penalizzati. Hanno a disposizione importanti avanzi di amministrazione, da utilizzare per investimenti sostenibili e duraturi a favore delle comunità, che invece sono bloccati. Inutilizzabili. Per questo, chiediamo al Governo e al Parlamento di agire consentendo agli Enti virtuosi di agire con maggiore libertà. Servono sussidiarietà e un sistema centrale più attento alle esigenze degli Enti locali. La norma sul pareggio di bilancio e sul blocco dell’avanzo deve essere modificata subito, già nella legge di bilancio”.

Uncem ha raccolto una serie di considerazioni e interventi di Sindaci, Amministratori, Presidenti di Unioni montane. Tutte confermano la necessità di una maggiore attenzione al grande lavoro che gli Enti locali svolgono ogni giorni, grazie in particolare alla determinazione, al volontariato e alle idee degli Amministratori pubblici, troppo spesso frenate da norme che ingessano l’attività delle macchine comunali. Bloccando i bilanci e l’uso di risorse in cassa, disponibili, si bloccano investimenti ed erogazione di servizi. Non è più accettabile.

Roberto Colombero, Sindaco di Canosio (CN) e presidente Unione Montana Valle Maira: Ho 270mila euro di avanzo. Devo cofinanziare con 30mila un’opera da 180mila di manutenzione a briglie su un rio per tenere su una frana attiva. E non posso. Sono disposto a fare un esposto preventivo alla Procura. Non mi prendo responsabilità che sono di altri.

Valter Marin, Sindaco di Sestriere (TO) e presidente Unione montana Via Lattea: Poveri noi. Dobbiamo continuamente difenderci dallo Stato. Lo Stato dovrebbe tagliare la sua spesa corrente e lasciare sana autonomia ai Comuni.

Antonio Massa, Sindaco di Robassomero (TO): Il rischio è che vada sempre peggio. Dobbiamo far sentire i valori e l’impegno delle piccole e sane realtà. Con la tesoreria unica di fatto i territori sono stati privati delle risorse che con sacrificio avevano accantonato pensando di poterle utilizzare per il proprio paese.

Susanna Costa Frola, Sindaco di Corio (TO): È fondamentale poter disporre delle proprie risorse accantonate nel tempo. Non poter effettuare interventi indispensabili sulle strade e sugli edifici pubblici ci demoralizza e impedisce ogni programmazione.

Roberto Vero, Sindaco di Levice (CN): Devono essere riconosciuti il buon senso e la buona onesta amministrazione dei nostri piccoli Comuni sempre più strangolati dalla burocrazia.

Ileana Sbalzarin, Sindaco di Colazza (NO): I nostri Comuni e il nostro impegno manca oggi di rispetto da chi decide norme assurde come il blocco dell’avanzo di amministrazione.

Giovanni Franchino, Sindaco di Tavagnasco (TO): Dovremmo chiudere i nostri Comuni per dieci giorni. Spiegare ai cittadini il motivo e farci ascoltare.

Roberto Veggi, Sindaco di Alagna Valsesia (VC): Serve una protesta esemplare nella quale vengano interrotti i servizi da parte nostra. Così faremo capire cosa vuol dire far morire i piccoli Comuni.

Silvio Varetto, Sindaco di Alpette (TO) e presidente Unione montana Gran Paradiso: Con Uncem siamo pronti a prendere una posizione forte e determinata. Non abbiamo tempo da perdere.

Bruno Merlo, Sindaco di Parodi (AL): I tagli lineari ai Comuni hanno penalizzato notevolmente un Comune come il mio che gestisce in pareggio una casa di riposo, a beneficio degli anziani del territorio.

Fabrizio Biolé, Sindaco di Gaiola (CN) e Assessore dell’Unione montana Valle Stura: Il Governo centrale ha drenato tutte le risorse risparmiate con grandi sforzi dai piccoli Comuni per creare un palliativo ai duemila miliardi di debito accumulati negli anni. Non è più prorogabile una diffusa, continuativa, combattiva disobbedienza civile da parte degli enti il cui territorio è fronte naturale primaria di qualsiasi sviluppo, ricchezza e materia prima.

Fabio Sala, Sindaco di Fabbrica Curone (AL): Le conseguenze del pareggio di bilancio bloccano le poche risorse che un ente può reinvestire sul proprio territorio. A livello centrale i vincoli di spesa non mi risultano esserci. La norma vigente è deleteria anche per i mutui bloccati. La legge dunque impedisce sia l’azione, sia la programmazione, bloccando presente e futuro.

Gabriele Donalisio, Sindaco di Pagno (CN): Sono ormai anni che tra patto di stabilità e pareggio di bilancio si persevera nel compromettere il lavoro dei Comuni e degli Enti. Serve un’inversione immediata di rotta.

Emidio Meirone, Sindaco di Sanfront (CN): Non so di chi sia la colpa di questa situazione, se dei funzionari, dei Parlamentari… Ma la figura del “somaro” la fa l’Amministrazione e l’Amministratore. Perchè ai nostri cittadini, del pareggio di bilancio interessa poco. Ai concittadini interessano risultati e servizi. I Comuni devono poter usare le risorse che hanno.

Mario Ronco, Sindaco di Coazze (TO): Chiedo una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle entrate per spese di investimento. Ne abbiamo immediato bisogno.

Tina Assalto, Sindaco di Lanzo (TO) e presidente Unione montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone: La cosa che più fa arrabbiare è che e questioni del pareggio di bilancio e del patto di stabilità dovrebbero essere chiare a chi è impegnato a Roma al Governo e in Parlamento e in precedenza ha fatto l’amministratore locale. Noi Sindaci ci capiamo, parliamo lo stesso linguaggio. Mi chiedo perché quando si indossa la giacca del Parlamentare non si capiscono più i problemi degli Enti locali. Perché si dimenticano così in fretta la vita difficile che fanno i sindaci? I sindaci di montagna lottano quotidianamente contro i mulini a vento… e non quelli che producono energia! Siamo tutti concordi e allineati nel dire NO al pareggio di bilancio e al blocco dell’avanzo di amministrazione.

Maurizio Piatti, sindaco di Campiglia Cervo (BI): Io sono “fregato” due volte. Una perché sono sotto i mille abitanti, due perché avando fatto la fusione di tre Comuni, la legge diceva che eravamo esenti dal pareggio per tre anni. Invece abbiamo anche noi i vincoli del pareggio. Così, lo Stato a seguito della fusione ci ha dato 240mila euro di premio, ma non li possiamo spendere.

Daniela Majrano, Sindaco di Viù (TO) e vicepresidente Unione montana Alpi Graie: In questa fase di declino post-industriale, i comuni di montagna, rappresentano una valida alternativa di sviluppo. Hanno sopportato tagli pesantissimi, stanno sperimentando nuove e utili forme aggregative, stanno sviluppando progettualita’ innovative, permettiamo loro di lavorare, adottando scelte di carattere economico-fiscale in grado di favorire e attrarre investimenti.

Roberto Ribero, Vicesindaco di Valgrana (CN): Il blocco degli avanzi di amministrazione è il cappio al collo definitivo ad un comune per quanto riguarda la capacità di perseguire attivamente lo sviluppo territoriale. Si tratta di una norma iniqua e poco calibrata sulle realtà piccole e medie, che mina l’esistenza stessa dei comuni. Unito al quadro assolutamente illogico in cui le unioni devono operare, senza segretario retribuito, senza possibilità di assunzioni, con dirigenti chiamati a lavorare per spirito di volontariato si prospetta l’assoluta ingestibilità del territorio.

Mauro Berretta, Sindaco di Cremolino (AL): Noi piccoli Comuni ci arroveliamo tra pareggio di bilancio, blocco dell’avanzo di amministrazione, pianta organica bloccata e poi dobbiamo assistere a trasmissioni televisive dove si parla di un Comune in Sicilia, con 3300 abitanti, con 85 dipendenti. Il mio Comune con un terzo degli abitanti di spone di un organico di 4 dipendenti. Mi sento profondamente preso in giro….

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