29 Aprile 2024

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Una probabile reliquia di “San Valentino Martire”, custodita nella Chiesa Madre di Acate

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Salvatore Cultraro, Acate (Rg), 12 febbraio 2017.- Il 14 febbraio il calendario liturgico festeggia San Valentino Martire, ovvero il Santo dell’Amore, tradizionalmente considerato il protettore degli innamorati. Un Santo venerato e festeggiato, con immenso piacere e con grande attesa, anche da gioiellieri, ristoratori, pasticcieri e fiorai. San Valentino, vescovo di Terni, secondo il Martilorogio Romano, sarebbe stato imprigionato e decapitato a Roma il 14 febbraio del 273 d.C. durante le persecuzioni contro i cristiani dell’imperatore Aureliano. Il suo corpo fu trasportato a Terni e sepolto in un area cimiteriale nei pressi dell’attuale Basilica. Nel 1605 iniziarono le ricerche del corpo del Santo ed i resti di Valentino furono rinvenuti in una cassa di piombo situata all’interno di un urna di marmo, con la testa separata dal busto a conferma della morte avvenuta per decapitazione. La festa del vescovo e martire Valentino si riallaccia agli antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio Pane, Fauno e Luperco. Questi festeggiamenti erano legati alla purificazione dei campi e ai riti di fecondità. Divenuti troppo licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità anticipandolo al giorno 14 di febbraio, attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un’unione allietata dai figli. Queste le notizie sul martirio e sul collegamento tra il Santo e gli innamorati. Pochi però, forse, sanno che nella Chiesa Madre di Acate, intitolata a San Nicolò di Bari, sarebbe custodita, da secoli, una piccola reliquia del Santo Martire. In una cappella, posta alle spalle della statua della Madonna di Medjugorje, nella navata sinistra della chiesa, è visibile, anche se sono in pochi a conoscerne il reale contenuto, un antico ed artistico reliquiario, composto da tante piccole nicchie, circa 36, ricoperte ognuna da un vetro e contenenti al loro interno piccoli frammenti di reliquie di Santi, noti e meno noti. Ad onor del vero, pur avendolo osservato con curiosità svariate volte, neanche io ero al corrente che si trattasse di un reliquiario così importante. Alcuni anni addietro, durante i lavori di ristrutturazione ed ampliamento della Chiesa Madre, chiesi all’ex parroco, don Rosario Di Martino, cosa custodisse quella cappella, venendo così a conoscenza del reliquiario. Una presenza che per anni ha  sollecitato la mia curiosità e considerato che la curiosità fa parte del DNA dei giornalisti, giorni addietro, armato della mia modesta macchina fotografica e con l’ausilio del suo modestissimo zoom ho iniziato a fotografare il reliquiario, considerato che una osservazione dettagliata ad occhio nudo è del tutto impossibile a causa della particolare posizione delle reliquie. Riversate le foto nel computer e dopo averle debitamente ingrandite, sono emersi sorprendenti ed interessanti particolari. Purtroppo non è stato possibile fotografare tutte le piccole nicchie, in modo particolare quelle poste nella parte alta del reliquiario per la limitatezza dei mezzi ottici a mia disposizione, ma da una attenta osservazione degli ingrandimenti delle nicchie situate nella parte inferiore e centrale sono riuscito ad individuare l’appartenenza di alcune delle reliquie ai rispettivi Santi. Così è emerso che nella Chiesa Madre di Acate sono custoditi frammenti di reliquie appartenenti a , “S: Venirania M.”, “S: Urbani M.”, “S: Severini M.”, “S: Liberati M.”, “S: Iustini M.”, “S: Patientis M.”, “S: Vincenti”, “ S: Pacifici M.” ecc. Tra queste reliquie ci sarebbe anche quella di, “S. Valentini M.”, ovvero San Valentino Martire. Inizialmente ho avuto il dubbio che si potesse trattare di un Santo, “omonimo” del più noto, “Valentino”, protettore degli innamorati. Dubbi quasi del tutto fugati, quando ho confrontato la “dicitura” riportata sul cranio del Santo Martire, custodito in una piccola urna a Terni, e quella posta sul frammento custodito nel reliquiario di Acate, le quali appaiono perfettamente identiche, come si può notare nelle foto allegate all’articolo. Con tutta probabilità, quindi, nella nostra Chiesa Madre conserviamo da secoli una piccola reliquia del Santo dell’Amore che il prossimo 14 febbraio, gli “innamorati”, locali e non, potrebbero venerare, con un cero o un fiore, mentre richiedono la “grazia”, del consolidamento di un amore già esistente o della nascita di uno nuovo, magari, ritenuto “difficile”. Pertanto le mie “umili” ricerche, sul reliquiario della Chiesa Madre si fermano qui, ma sarebbe opportuno che qualcuno, successivamente, continuasse ad indagare in quanto una approfondita ispezione del reliquiario potrebbe riservarci sorprese ancora più importanti. Il reliquiario, infatti, sicuramente sarà stato voluto dalla illustre famiglia, Paternò Castello, Principi di Biscari (antico nome di Acate), la cui grande religiosità era nota a tutti e che annoverava, al suo interno, numerosi esponenti del clero, quali, abati, monaci e sacerdoti, compreso quel, “Padre Bonaventura”, morto in odore di santità, al secolo don Giulio Paternò Castello, figlio di Agatino, Primo Principe di Biscari. Tesi confermata da un documento, custodito presso l’Archivio di Stato di Modica (Fondo notarile Biscari n.1 vol. 9)  dove si legge di una importante donazione, riguardante una reliquia della Croce di Cristo, richiesta dalla famiglia Paternò Castello al cardinale Carpineo, vicario della “Santa Città di Roma” e successivamente concessa alla Principessa di Biscari, Donna Eleonora Paternò Castello. “ Nel giorno 28 gennaio 1699 fu concessa una sacra parte della Croce, presa dal corpo della Santa Martire di Cristo, Clemenzia…diede detta reliquia a P. Bonaventura…a sua volta diede all’Illustre Donna Aleonora Paternò e Castello Principessa di questa Terra e Stato di Biscari”.  Purtroppo le fonti non ci parlano del luogo di collocazione di questa importante reliquia. Forse anche essa nel “reliquiario” della Chiesa Madre di Acate? Probabile. Anche perché c’è da evidenziare un particolare importante. Al centro del reliquiario è visibile una grande Croce in legno dove fino a pochi anni addietro era collocato un Crocifisso, successivamente sistemato in prossimità dell’altare maggiore.

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