29 Aprile 2024

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Vittoria. Assistenti sociali nelle scuole, Bonetta risponde a Poidomani…

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GAETANO BONETTA

Vittoria, 15 settembre 2015 – L’assessore alla Pubblica Istruzione, Gaetano Bonetta, ha risposto al segretario generale del Sunas (Sindacato unitario nazionale assistenti sociali), Salvatore Poidomani, che ha preso posizione sulla scelta del comune di Vittoria di sostituire le equipe socio-psico-pedagogiche con il presidio psico-pedagogico.
Questo il testo integrale della nota di Bonetta.
“Egregio dott. Salvatore Poidomani, quanto da lei scritto in merito alla vexata quaestio degli assistenti sociali a Vittoria mi ha, da un lato, culturalmente divertito e, dall’altro lato, indispettito moralmente. Divertito per la sua carica demagogica, per la sua scontatezza  e per essersi lasciato coinvolgere e poi strumentalizzare in una polemica mossa da qualche consigliere comunale del mio paese in cerca di visibilità altrimenti irraggiungibile. Indispettito perché descrive, così come gliel’hanno riferita, una vicenda  assolutamente non vera e quindi volutamente falsificata. E poi con un senso di noia ho letto le sue dotte discettazioni sull’importanza dell’assistente sociale. Non sarebbe il caso di ironizzare, ma giusto per sdrammatizzare, mi sovviene l’evocazione dell’immagine di Totò che sovente esclamava: “perdinci perdindirindina, … lei non sa chi sono io! ”. Annoiato perché già negli anni Novanta del secolo scorso chi scrive è stato fra quelli che hanno rivendicato e si sono battuti veementemente per attribuire il livello universitario alla formazione dell’assistente sociale e che, quindi, ha partecipato all’elaborazione dei percorsi formativi poi istituiti, è stato direttore di una Scuola a fini speciali per assistenti sociali, poi promotore e presidente di un Diploma universitario in Servizio sociale e in ultimo, con il Duemila, preside di quella Facoltà italiana  che ha creato una delle prime lauree triennali in Servizio sociale con corrispondente laurea specialistica. Se poi aggiunge che insegno pure Pedagogia generale e sociale, può facilmente intuire quanto stucchevole sia stato per me leggere le cose da lei scritte proprio quando il mondo ha bisogno di destinare ad avvenimenti molto più importanti le sue energie e le sue risorse. Ma veniamo a dare luce alla reale vicenda al centro delle sue attenzioni. L’amministrazione comunale, attraverso le valutazioni del suo assessore alla Pubblica Istruzione, dopo aver sentito i soggetti coinvolti, promosso indagini sui risultati, fatto verifiche di ogni tipo, ha ritenuto molto insufficiente – per altri è stata fallimentare – una sperimentazione adottata nell’anno precedente con la creazione di tre equipe socio-psico-pedagogiche che per sette mesi hanno lavorato  su nove scuole (circoli didattici e istituti comprensivi) con l’istituzione delle borse-lavoro (compenso mensile 400 euro per 80 ore di lavoro), e che sono state composte da uno psicologo, da un pedagogista e da un assistente sociale.  A queste se ne è aggiunta un’altra finalizzata alla dispersione scolastica che ha agito sempre su nove scuole. Il giudizio negativo espresso, ripeto, è stato condiviso, se non promosso, dai vari soggetti che operano nella scuola, dirigenti scolastici e docenti, da addetti ai lavori delle altre istituzioni comunali e non. Addirittura una scuola non ha voluto insediare l’equipe. Ma, cosa estremamente importante, che rende merito, tra l’altro, agli stessi psicologi, pedagogisti e assistenti sociali coinvolti è l’avere riconosciuto essi stessi l’insufficienza funzionale del loro operato. In ragione di ciò, era necessario cambiare e farlo in maniera costruttiva e sperimentale ovvero, in questo caso, innovando e cercando di salvare il salvabile di un’esperienza su cui molti  hanno espresso biasimo e commenti ironici per la sua  manifesta e insufficiente efficacia. Orbene, impermeabili alla fascinazione dei verbalismi pedagogistici, sociologistici, assistenzialistici, ispirati sempre da una scienza empirica e pragmatica dell’educazione, liberando dai fronzoli ideologici l’apprendimento degli scolari, che è quello che più interessa  e per cui esiste la scuola, si è pensato di creare un presidio psico-pedagogico che vuole potenziare i processi di apprendimento, in specie di coloro che sono in condizione di svantaggio e di deprivazione sociale e culturale. A scuola per raggiungere tali obiettivi si poteva creare un presidio artistico o medico o sportivo o psicoterapeutico o assistenzialistico? No, no e poi no! Avremmo di nuovo cavalcato la demagogia delle ultra finalità sociali che tanto male ha fatto alla funzionalità sociale della scuola e all’educazione culturale e sociale delle fasce popolari, che sono rimaste, a dispetto dei proclami ideologici, nella loro povertà originaria, Ciò, badi, non ha significato né significherà l’emarginazione del servizio sociale. Tutt’altro!  Gli assistenti sociali del Comune saranno chiamati a svolgere un compito decisivo, assieme a tutte le altre competenze pubbliche della salute fisica e mentale, nonché sociale, dal Sert alle strutture sanitarie. Come ho ricordato con forza al signor consigliere comunale “paladino” dell’assistenza sociale, nessuno vuole trascurare l’operato degli assistenti sociali, i quali, quelli già in forza al Comune, saranno chiamati in causa e risulteranno decisivi nei casi di  evasione, di dispersione e di abbandono scolastico. Il presidio è gestito da uno psico-pedagogista che si è pensato poter essere, dopo i fallimenti narrati dell’anno prima, la figura competente per praticare le prospettive della cura educativa, considerate oggi quelle pedagogicamente più appropriate per il conseguimento del recupero e dell’elevazione della qualità dell’apprendimento. L’equipe a cui si riferisce il mio oramai incallito censore non esiste.  Non esistendo più, a maggior ragione di essa non può far parte il mediatore linguistico, che è altra cosa e fa parte di un intervento parallelo e sinergico ma non funzionalmente organico.  Concludendo, l’amministrazione comunale di Vittoria ha soppresso un istituto che non serviva e sta tentando di crearne un altro. Sarebbe stato immorale e socialmente  inutile restaurare la vecchia equipe. Lascia sbigottiti il fatto che ci si scandalizzi perché viene chiuso un servizio inadeguato, nonché perché si compie un atto doveroso e civilmente giusto. Roba da matti! Infine,  nessuno ha voluto offendere la dignità dei professionisti suoi “adepti”. Lei dovrebbe sapere che le borse- lavoro si istituiscono e si danno non per titoli di studio e meriti scientifici ed esperenziali, ma per requisiti di accesso e di ordine socio-economico. Ed è proprio per questo, per non infierire ulteriormente sulla dignità di tanti giovani laureati in cerca di lavoro, che l’amministrazione ha evitato e sempre eviterà di istituire attività sotto-compensate, cervellotiche e non funzionali, che prestano il fianco alle accuse di favoritismo e clientelismo politico, tutto animato dalla distribuzione di posti. La morale personale e l’etica pubblica  che ci anima ce lo vietano. E di ciò siamo fieri e onorati. Facciamo tutto ciò proprio ora, quando a Vittoria siamo già alla vigilia di una dura campagna elettorale e certe opposizioni tentano ogni forma di speculazione polemica, senza sapere, spesso, come in questo caso, di cosa stiamo parlando. Egregio dottore, ma chi glielo ha fatto fare a lasciarsi coinvolgere in una polemica del genere, ove, mi creda, non ci guadagna nulla né personalmente né sindacalmente. A sentire i primi commenti sta portando a casa due risultati non certo lusinghieri: primo, essersi lasciato inconsapevolmente strumentalizzare; secondo, avere espresso uno spirito corporativistico su cui la storia degli ultimi anni ha dato giudizi molto severi. Siccome abbiamo gli stessi interessi, mi venga a trovare e potremo, se vorrà, lavorare assieme. In particolare, noi potremo avere i suoi contributi scientifici e culturali per far crescere la comunità vittoriese e la società siciliana. Mi creda,  penso che sia nostro dovere fare a meno delle insulse polemiche in cui ci hanno costretto  e che, cosa importante, sono mosse da motivazioni che non appartengono né a me né a lei, ma che afferiscono al mondo sommerso delle trame elettoralistiche”.

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