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Vittoria. CNA tasse si ristori no.

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Vittoria. 5 febbraio 2021
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

“Il lavoro è un diritto e pagare le tasse è un dovere, ma senza il diritto il dovere non
può essere rispettato. È questo ciò che sta emergendo dall’ascolto delle numerose
attività che operano nell’area ipparina. Autoriparatori, acconciatori, estetiste,
piccoli commercianti, fotografi, titolari di palestra, ristoratori, pasticcerie, piccole attività del settore turistico e altro.
E’ quanto fanno emergere in una nota il presidente della Cna di Vittoria, Rocco Candiano e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio, nonché il responsabile organizzativo della Cna comunale di Comiso,
Andrea Distefano. “La lista – dicono i tre – è lunga e le difficoltà sono tutte uguali. Il
lockdown nelle zone rosse ha azzerato i fatturati e annullato i redditi, ma le imposte
comunali (Imu, Tari e canone idrico), l’Iva, l’Inps, l’Inail, sono puntualmente arrivate.
La cassa integrazione Inps per i dipendenti in diversi casi non si vede e gli stessi, per sopravvivere, chiedono sostegno ai propri titolari. Siamo nel pieno del
dramma e la politica è incapace di trovare soluzioni. Che fine hanno fatto le somme
individuate dalla commissione Bilancio dell’Ars (dovevano essere pure aumentate)
per il “ristoro economico” dei Comuni siciliani dichiarati Zona rossa? Il bilancio regionale
non è stato ancora approvato e la Regione è in esercizio provvisorio: quelle somme sono diventate un miraggio?
“Ci rivolgiamo – proseguono Candiano, Stracquadanio e Distefano – ai sindaci di
Acate e di Comiso e alla commissione straordinaria di Vittoria: perchè per il 2021
vadano riviste al ribasso le imposte comunali (Imu, Tari, canone idrico, tassa sulle insegne).
Anche le addizionali comunali vanno diminuite. Non farlo significa non venire
incontro alle esigenze reali delle piccole e medie imprese del territorio; non farlo
significa alimentare la giostra infernale delle cartelle esattoriali, delle iscrizioni a
ruolo e dei pignoramenti. Se servono ulteriori stanziamenti, si possono utilizzare
anche i fondi ex Insicem che attualmente sono invece impegnati a sostegno di bandi
che non vengono assolutamente incontro ai bisogni concreti delle imprese. In questa
fase così difficile e complicata chi ha un’impresa non bada a capitalizzarsi ma pensa
piuttosto a come rimettere in carreggiata la propria attività”.

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