2 Maggio 2024

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Vittoria. Covid e comportamenti secondo il pedagogista.

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Vittoria. 19 dicembre 2020
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL DOTT. GIUSEPPE RAFFA – PEDAGOGISTA –

Giovani irresponsabili, privi del principio di giustizia e del senso civico. Sono migliaia, anzi milioni, quasi un esercito. Vivono in Italia, li trovi dappertutto nel mondo. Appartengono a svariate le categorie sociali. Sono quelli che si assembrano senza mascherine, sono gli stessi che continuano ad organizzare incontri, party, feste di compleanno. Succede ovunque, è accaduto anche a Vittoria. Dove otto, dieci giovanissimi si sono visti in una casa privata per festeggiare il diciottesimo di una di loro. Hanno cantato e ballato, si sono addormentati sotto lo stesso tetto. E naturalmente si sono contagiati. Il tutto col consenso dei genitori. Elementare Watson, avrebbe detto il mitico Sherlock Holmes. Sembra impossibile in tempi di pandemia e di restrizioni, invece è tutto vero e, dicono i bene informati, non si tratta neanche di evento unico, isolato, raro. Surreale, pazzesco, grave. Come la ormai cronica carenza di responsabilità di molti giovani e di adulti, ecco il punto. Soggetti che si affollano senza distanziamento, che frequentano piazze, locali e negozi senza mascherine e cautele. Irresponsabili. Come i padri e le madri che hanno dismesso la capacità abilità di educare i figli. Non ci si stupisca che poi accadono certe cose. Cose ed episodi che vedono protagonisti assoluti quelle donne e quegli uomini ai quali è sfuggito un fondamentale concetto pedagogico, cioè che fino ad una certa età gli unici influencer siamo noi genitori, i figli sono i nostri followers. Vale a dire che le parole, i comportamenti e l’esempio dei grandi sono come il pane, l’acqua, l’aria che si respira, sono tutto per i bambini. I quali a scuola, nel gioco, in rete si comporteranno esattamente come i genitori. Ma se questi evitano di “influenzare” i loro figli piccoli, difficilmente saranno poi in grado di farlo più avanti, quando i ragazzi sono ormai adolescenti e i loro influencer sono soggetti esterni la casa, individui spesso vuoti, a volte violenti, quasi sempre negativi assai. I ragazzi senza famiglia sono irrequieti, sono carichi come i tori di Pamplona, fanno danni in ogni dove, non li fermi manco coi carri armati di Tienanmen. Irresponsabili, certo. Ma non è tutta colpa loro. A chi spetta inculare nelle giovani generazioni i principi responsabilità e di giustizia, insieme al senso civico prima citato? Chi deve educare i ragazzi? Tocca agli adulti, spetta alle famiglie, è farina del sacco del padre, in prima battuta. Perché il padre è programma, intenzionalità, giustizia e, appunto, responsabilità. Purtroppo accade che oggi il pater familias si occupi d’altro, è impalpabile, mai autorevole ed ha smesso di tramandare l’attitudine alla responsabilità. In pratica si defila, oppure impara a fare l’amicone dei figli. Con i quali si pone in simmetria, si mimetizza nella cultura giovanile, sa muoversi senza imbarazzo nella società che Zagrebelsky definisce “senza adulti”, cioè laddove il tempo della maturità e della saggezza ha lasciato il posto ad un mondo illusorio di eterna giovinezza. Risultato? L’aumento esponenziale dei bullismi a scuola, in strada, nel web. E non solo. Un giovane privo dei principi di responsabilità e di giustizia sarà un adulto refrattario alle regole, alle norme, ai decreti. In attesa del vaccino anti Coronavirus servono responsabilità, senso civico, principio di giustizia. Che fare? Vittoria, la mia città, ha bisogno di un importante piano pedagogico, un Recovery Fund che coinvolga le famiglie, che metta le scuole nelle condizioni di avviare azioni di formazione per genitori volenterosi di riprendere in mano le redini educative dei loro figli. E’ ora di dire basta alle parole, ai proclami, alla insopportabile autoreferenza di rappresentanti istituzionali, agenzie educative, di tanti, troppi adulti competenti. Servono fatti per la mia città. Mai come adesso c’è di bisogno di adulti e giovani in grado di applicare alla lettera e in ogni momento il principio di responsabilità. L’emergenza sanitaria non è finita. In luogo di limitarsi a formulare appelli alla responsabilità, che spesso vengono ignorati e disattesi, sarebbe meglio aiutare subito i padri e le madri a recuperare l’antica centralità nella educazione dei figli. Occorre fornire ai nuovi genitori i moderni codici educativi e pedagogici per affrontare le emergenze dei figli, i cosiddetti nativi digitali, quei ragazzi che molti di noi non conoscono, non capiscono, non educano. Supporto genitoriale, insomma, con adulti pronti al dialogo, al confronto, allo studio. Soprattutto con madri e padri disponibili a tornare ad educare davvero i ragazzi.
Giuseppe Raffa, pedagogista

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