2 Maggio 2024

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Vittoria Jazz Festival 2016. Due giorni di full jazz: Da Tantillo a Boldisen e Barbieri a Nello Toscano e Mauro Schiavone

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Ieri il quartetto di Nello Toscano e il Trio di Mauro Schiavone hanno tenuto alta la densità musicale

VITTORIA – La “macchina” no stop del festival è inarrestabile. Il Vittoria Jazz Festival 2016 “brucia” concerti su concerti. Due domenica e due nella giornata di ieri. Oggi partono le selezioni del Vittoria Rotary Jazz Award e domani è in programma la fine del concorso voluto dal Rotary Club di Vittoria.
Sono stati due gli appuntamenti vissuti fuori dai “canonici” e tradizionali spazio e tempo della rassegna jazzistica di Vittoria. Fuori dal quartier generale di Piazza Henriquez e in diurna, sul proscenio del Teatro Comunale “Vittoria Colonna”, domenica mattina si è tenuto il primo appuntamento. Protagonista, il quartetto di Giacomo Tantillo. Il secondo incontro jazzistico si è tenuto ieri, all’ora del tramonto, sul palco della “nuova” Piazza Unità, davanti all’ingresso dell’ex chiesa della Trinità.
La giornata di domenica si è chiusa, invece, oltre all’apprezzato concerto del trombettista Giacomo Tantillo, vincitore lo scorso anno del Vittoria Rotary Jazz Award, con un concerto che ha sancito il felice incontro tra due sonorità diverse: quella del contrabbassista danese Jesper Bodilsen con la “voce” calda del cantautore napoletano Joe Barbieri.
Il basso di Jesper Bodilsen “ha cantato” e lo ha fatto bene. Scuola danese, cioè quel Nord Europa. Orecchio teso, assoluto e pronto al dialogo quello di Bodilsen, che non ha nascosto il proprio amore per l’Italia (la moglie è fiorentina) e ha mischiato le carte, coinvolgendo alcune tra le migliori menti jazzistiche in linea con i suoi principi musicali. A cominciare dal cantante napoletano Joe Barbieri (scuola Pino Daniele), con la sua impareggiabile chitarra, per arrivare al fisarmonicista catanese Francesco Calì. A completare il team, il trombettista Peter Asplund e il pianista Nikolaj Betzon. Una creazione di sinergie. Di più. Un sincretismo che oggi è merce rara. A questi suoni vanno aggiunti un paio di pezzi del sassofono magico di Francesco Cafiso. Il direttore artistico del Vittoria Jazz Festival ha così omaggiato il gradito ospite, in un sestetto che ha incantato la platea. In questo dream team è mancata la batteria che, paradossalmente con la sua assenza, ha dato un valore aggiunto al concerto.
Dopo il “pieno” di domenica, ieri la giornata è stata “più rilassante”. Nel cuore più antico della città, Nello Toscano insieme ai suoi compagni di viaggio Claudio Cusmano, Peppe Tringali e Seby Burgio ha amabilmente dialogato di jazz. Un jazz dalle sonorità calde e sensuali che ha emozionato gli spettatori. In particolare i residenti della piazza, sorpresi e coinvolti durante il sound check.
Di sera, in Piazza Henriquez, si è gustato il sound del Trio di Mauro Schiavone. Chi ha avuto la fortuna di essere presente ha molto gradito l’incursione di Francesco Cafiso. Il direttore artistico, superbo sassofonista, ha saputo, ancora una volta, ammaliare il pubblico.
Tempo di festival, tempo di “school”, che ha aperto i suoi battenti lunedì mattina al Teatro Comunale “Vittoria Colonna”. Il “prof” Carlo Cattano sta “educando” la sua scalmanata banda di musicisti in erba. Come da tradizione, l’esibizione è prevista nella serata finale del Vittoria Rotary Jazz Haward, che si terrà domani, mercoledì 22 giugno, alle 21, in Piazza Henriquez. Un consolidato appuntamento con il “talento” jazz. Un concorso dalla caratura nazionale che vede spendersi in prima linea il Rotary Club di Vittoria.
Le selezioni dei vincitori si terranno oggi nel cortile di Palazzo Iacono. Vengono ospitati i concorrenti. La giuria di qualità è presieduta, naturalmente, dallo stesso Cafiso.
Un festival no stop che mette in fermento la città e il suo quartiere degli artisti. Immancabili gli appuntamenti con due mostre d’eccezione allestite nel Salone delle Capriate del Chiostro delle Grazie: “Infinito blu” di Emanuele Floridia, pittore degli Iblei, scomparso nel 2003 e “Bufalino e il suo tempo”, del fotografo Giuseppe Leone.

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