Vittoria. 25/09/2020
Tornare a scrivere su un episodio accaduto il giorno prima, a meno che non ci siano rilevanti fatti nuovi, per chi informa, è solo una inutile perdita di tempo. Il chiarimento è riferito all’accoltellamento di ieri, davanti alla Scuola Pappalardo. Oggi non è così, è giusto, necessario e opportuno, fare chiarezza, soprattutto per chi non conosce Vittoria e i vittoriesi. Me lo chiedono in tanti, ma anche se così non fosse, lo farei lo stesso.
Leggere oggi su uno dei quotidiani siciliani, quanto dichiarato dalla Preside Amarù, diventa sconvolgente se la dichiarazione è resa da una persona di cultura, “tollerabile”, se riferita da chi è impegnato politicamente e quindi può avere uno scopo ben preciso.
-È un fatto grave, purtroppo coerente con lo stile della città- dichiara la Preside a chi l’ha intervistata, e poi prosegue facendo riferimento ad altri episodi criminali che si sono verificati in città.
Le dichiarazioni della Signora Amarù dettate molto probabilmente da uno stato emotivo comprensibile, visto il momento, hanno immediatamente suscitato un vespaio. Vittoria, quindi anche chi la abita, molto spesso, recentemente sempre, viene accomunata e identificata, per una città mafiosa, malandrina, da evitare, da abbandonare al suo destino. Per dirla in una sola parola: irredimibile.
Proprio oggi, prima di scrivere questo mio editoriale, pensavo: non è che chi mi ha lasciato credere che alcune persone, che elencherò di seguito, mi ha mentito? Il dubbio mi sorge spontaneo.
La China, Maltese, Mandarà, Lavore, Terranova, Molè, Consolino, Guglielmino, Bruno Giordano, Magistrato Cassazionista, ancora in piena attività; ma tutti questi, e tanti altri ancora che non elenco perché sarebbe un elenco infinito, ma dove sono nati, dove hanno vissuto?
Qualcuno mi può rispondere?
E poi, ma giusto per precisare e non per polemizzare, voglio aggiungere un particolare non banale, si sa in giro che negli anni 70, quando molti “personaggi monelli” furono mandati nella vicina Acate in soggiorno obbligato, a Vittoria cominciarono le manifestazioni antimafia per dire ad un probabile inquinamento ambientale?

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

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