9 Maggio 2024

ITALREPORT

Quotidiano on-line

Vittoria. “La peggio gioventù”. Irredimibili – vuoi vedere che Dispenza aveva ragione? –

4 min read

Vittoria. 25 09 2023

Sabato intorno a mezzanotte avevo appena finito la visione di un film e stavo leggendo alcune recensioni, quando mi arriva su whatsapp un video inviato da un amico. Ho preso il telefono e ho premuto play, pensando fosse la solita stupidata di qualche tiktoker esibizionista. Mi ero sbagliato di brutto. Quello che ho visto mi ha lasciato di stucco e ha generato in me un mix di impotenza e rassegnazione. Parliamoci chiaro, questi episodi si sono sempre verificati solo che prima, non esistendo ancora gli smartphone e i social, erano conosciuti da un numero ristretto di persone. Ma è anche vero che, proprio nell’epoca di Facebook e Instagram, i delinquenti in questione, sentendosi sfacciati, impuniti e invincibili, non hanno avuto alcuna remora nel filmare il vile pestaggio di un ragazzo e condividerlo nelle chat.
Credo che si sia arrivato ad un punto di non ritorno, poiché quello di sabato è solo l’ennesimo episodio che si verifica in una città che, a prescindere da chi venga amministrata, è pervasa da una violenza che spesso ha come protagonisti minorenni allo sbando. L’episodio di sabato è l’ennesima dimostrazione che a Vittoria la gioventù che presto diventerà la classe adulta della città è in larga parte composta da persone che, nella migliore delle ipotesi, è profondamente gretta. Nella peggiore, invece, siamo di fronte a delinquenti, a “vastasi” spesso figli di pregiudicati, a bestie a cui mancano le basi di ciò che è l’educazione civica, il rispetto degli altri, la civile convivenza.
E non è un problema che può risolvere un Sindaco. Anche quando c’è come ora un’Amministrazione che io reputo capace e che sta tentando faticosamente di porre rimedio ai danni causati dalla mala gestio e dallo scioglimento per mafia, ciò non basta per salvare una città che precipita verso un abisso di violenza e squallore. Chi salverà Vittoria? Se togliamo qualche lodevole eccezione e chi ha avuto la fortuna di ereditare un’attività o professione esercitata dal padre, la quasi totalità delle persone capaci e meritevoli sono scappate da Vittoria, non avendo alcuna prospettiva gratificante nella città natale. È un dato che può fare arrabbiare ma è la cruda verità, solo chi ha il prosciutto sugli occhi fa finta di non vedere l’esodo di cui parlo.
Senza fare nomi, conosco veri e propri geni nati a cresciuti a Vittoria che oggi dispensano le loro brillanti conoscenze negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Australia o, senza andare lontano, anche a Milano o Roma. E questo preziosissimo patrimonio umano non ha altra scelta che fuggire da Vittoria, senza che nessuno faccia nulla per trattenerlo, lasciando il futuro della città a balordi e mafiosetti. L’escalation di atti violenti ha suscitato in me (per alcuni istanti) la triste convinzione che forse siamo davvero di fronte a una città irredimibile, per citare un’affermazione incauta del Commissario Dispenza, che provocò uno tsunami di indignazione nella popolazione. Una città che non sforna intellettuali come un tempo, che non contrappone a quel video vergognoso forti e decise iniziative culturali di spessore. Una città con un numero di forze dell’ordine fortemente sottodimensionato e impotente a causa di un organico sottodimensionato. Una città in cui la politica sembra vivere in un altro mondo e in cui i consiglieri comunali passano più di tre ore a litigare sulla nuova sede del mercatino di Scoglitti, mentre fuori imperversa la criminalità. Una città in cui ogni sera, in pieno stile Tor Bella Monaca, si sparano i fuochi di artificio, finanche nella piazza principale, per avvisare i consumatori che è arrivata la droga.
Di chi è la colpa? Questa è una domanda scomoda che spesso genera risposte affrettate e scarica le responsabilità su chi non può far nulla. Proprio sabato leggevo su “L’Espresso” un illuminante articolo di Ray Banhoff che, partendo dagli episodi di Caivano e Palermo, rifletteva sul difficile mondo dei “millennials”. Secondo il giornalista, chi scarica le colpe sul “sistema educativo” e, in particolare sulla scuola non ha capito una mazza. Una scuola decimata dai tagli e dalle riforme mancate, una scuola con gli stipendi da fame e in cui un insegnante deve fronteggiare classi con 25/30 alunni spesso di nazionalità diverse. Una scuola trasformata in un’azienda dove ciò che conta è la “performance” dei discenti. “La scuola fa anche già troppo rispetto ai mezzi che ha” conclude giustamente Banhoff.
Più probabile che le colpe siano da rinvenire nel contesto familiare, con genitori boomer che anziché educare i figli passano il tempo a farsi i selfie, a condividere sui sociali citazioni improbabili e a spammare sulle chat l’immancabile “buongiornissimo caffè” costellato da sfondi colorati adornati dai soliti fiorellini e da docili animaletti. O peggio, genitori che insegnano al figlio che lo Stato fa schifo e quindi è giusto evadere le tasse, superare i limiti di velocità, fregare il prossimo, usare le mani per farsi rispettare.
Cosa si può fare per arginare questo fenomeno? Credo che arrivati a questo punto occorra uno sforzo collettivo, è necessario che tutti i vittoriesi si mettano in gioco per il bene della città. Ma serve anche creare tavoli e un coordinamento tra forze dell’ordine, magistratura, operatori sociali e tutti i soggetti che abbiano competenze sul tema. È necessario educare i giovani al rispetto della persona, formarli in materia di educazione civica e inculcargli l’importanza dei rapporti umani. Occorre, ancora, strappare i giovani da ambienti tossici e diseducativi, coinvolgerli in iniziative positive, farli sentire parte attiva di una comunità.
Ma non so se tutto questo possa essere concretamente realizzato né se possa servire ad estirpare il male che aleggia nella nostra città. Ma dobbiamo provarci con tutte le forze, perché i vittoriesi sono in larga parte persone oneste e laboriose. E soprattutto perché occorre dimostrare a Dispenza che quella volta ha detto una fregnaccia.
Sandro Alfieri

Copyright ITALREPORT © All rights reserved - ItalReport è edito in Italia, iscritto nell’elenco stampa del Tribunale di Ragusa con il numero 03 del 2014 e ha come Direttore Responsabile Giovanni Di Gennaro. Per qualsiasi segnalazione, abuso o correzione di articoli contattaci: redazione@italreport.it | Newsphere by AF themes.
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
RSS
Follow by Email