4 Maggio 2024

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Vittoria. Lo Stato è sordo? Non c’è più sordo di chi non vuol sentire.

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Vittoria. 2 luglio 2023
A Vittoria ieri sera, secondo tradizione, si è celebrata la festa laica del Santo Patrono San Giovanni Battista, mentre quella religiosa, che ha preso il via nella notte tra il 23 e il 24 giugno, giornata quest’ultima in cui si festeggia il Santo in tutta Italia, i fedeli si sono recati in chiesa, in processione, partendo pure da Scoglitti, Comiso e Acate, (u viaggiu di San Giuvanni) per devozione. La prima messa è stata celebrata alle prime luci dell’alba in una basilica stracolma di gente. Stasera infine, il simulacro del Santo sarà accompagnato in processione per le strade della città.
La festa laica ieri, ha avuto un successo straordinario, lo testimoniano le foto di una piazza del Popolo, con migliaia di persone che hanno assistito all’esibizione musicale del gruppo “Cugini di Campagna”. E nessuno potrà mai dire che le foto sono “ritoccate” per amplificare le presenze, perché tutte, da qualsiasi angolazione siano state scattate, parlano chiaro.
Un popolo quindi, che ha apprezzato la festa e si è riversato in piazza.
Ma anche nella vicina Scoglitti la gente si muoveva con difficoltà, non solo per arrivare nella frazione marinara in auto, ma persino a piedi, a causa della tanta gente che c’era.
Una serata particolarmente “riuscita”, direbbero gli organizzatori, ma lasciamo da parte gli apprezzamenti o i pareri contrari dei detrattori e andiamo al fulcro della questione, una questione che “scotta e preoccupa” seriamente.
Mentre appena 48 ore prima, un Consiglio comunale aperto, convocato in piazza Cavour a Scoglitti, ha affrontato il tema della sicurezza, ieri sera, tra tutta quella gente, giovani e meno giovani che affollavano le strade scoglittiesi, un altro gravissimo e intollerabile episodio di criminalità, seppur micro, che avrebbe potuto assumere i connotati di una tragedia con risvolti impensabili, inimmaginabili e con conseguenze terribili.
Il tutto, con la totale assenza dello Stato. Per fare subito chiarezza su ciò che intendo dire con questa affermazione, di cui sono pronto ad assumere le conseguenze di ciò che può accadere in seguito, basta continuare a leggere. Quando parlo o scrivo di Stato, non mi riferisco al Questore, al Comandante dei carabinieri, al Comandante della guardia di finanza o al Comandante della polizia locale; non mi riferisco a chi amministra e non mi riferisco ovviamente a tutti coloro i quali operano nei vari settori istituzionali e sono addetti materialmente a garantire la sicurezza pubblica, a questi, a tutti quelli che ho elencato, esprimo solidarietà e vicinanza, perché io, al posto loro, non rischierei l’incolumità personale per vedersi sbeffeggiare, poche ore dopo avere eseguito indagini e servizi e avere fermato o tratto in arresto persone, con tutto ciò che questo comporta: offese, strattoni, sputi, pugni e calci, o perché non sono passati dalle patrie galere, o perché sono stati disposti arresti domiciliari mai rispettati.
Mi riferisco a quello Stato in cui ancora, seppure in pochi crediamo, che dall’alto dovrebbe assicurare il pieno e totale contrasto a ogni genere di criminalità. Quello Stato che nonostante i vari tentativi effettuati dai Sindaci, dai Prefetti, degli stessi funzionari e ufficiali, di ottenere un cospicuo incremento degli organici, finge di non sentire. Quello stesso Stato che appronta miliardi di euro per costruire un ponte che non sarebbe adeguatamente supportato da infrastrutture, ma non pensa ad adeguare, con le assunzioni, gli organici delle forze dell’ordine, carenti in tutto il Paese e in modo particolare al Sud.
Ma torniamo a ciò che è accaduto ieri sera sotto gli occhi di centinaia di persone. Un giovane straniero ubriaco fradicio (lo so che non si può scrivere) ma continuo ad assumere la responsabilità di quello che faccio, è entrato in un bar, ha preteso altra birra, oltre a tutta quella che aveva già bevuto, ha demolito tutto quello che gli capitava sotto tiro, è uscito fuori, si è denudato e si è messo a urinare tra la gente.
E qualche giorno prima, altri stranieri, hanno massacrato di botte un tabaccaio, “responsabile” di non potere fornire loro la birra richiesta e subito dopo hanno danneggiato tre auto in sosta, procurando a queste danni ingenti.
E altri ancora, che marciano a velocità folle sulla Vittoria Scoglitti, guidando sulla corsia di sinistra, i video delle telecamere di sorveglianza lo testimoniano senza alcun dubbio, e, senza sfiorare il pedale del freno, investono un povero ragazzo che viaggiava sulla sua corsia, quindi opposta a quella dell’auto.
Non è una questione di razza o di genere, fin qui ho elencato esclusivamente ciò che è accaduto con protagonisti soggetti stranieri. Però ci sono anche i “nostri” e non sono pochi, anzi, che sfrecciano con monopattini, bici elettriche, scooter, auto e sopratutto suv enormi,tra la gente che rischia h24 di essere travolta e forse uccisa, perché “colpevole” di passeggiare per strada, anche e sopratutto quelle riservate ai pedoni, al porto, in cui è vietata ogni forma di transito, a meno che non sia autorizzato e persino sui marciapiedi, diventati aree di smistamento per mezzi a due ruote per evitare il traffico.
Per farla breve, da noi la vita per chi non delinque, non gira armato abusivamente e animato dalla volontà di cercarsi una “sciarra” (lite) per dimostrare agli altri che è forte e non perdona, è diventata impossibile.
Colpa di chi amministra, di chi comanda localmente i vari rami istituzionali delle forze dell’ordine? No, colpa di chi potrebbe fare qualcosa ma non la fa, perché “non c’è più sordo di chi non vuol sentire”.
Andiamo avanti per questa strada, poi quando accade l’irreparabile, organizziamo funerali in pompa magna, manifestiamo vicinanza e solidarietà alle vittime e alle famiglie, o quant’altro serve solo per fare spettacolo, ma nulla di concreto.
Auspico che quanto scrivo possa servire da sprone per evitare cose peggiori e responsabilità morali imperdonabili.

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