2 Maggio 2024

ITALREPORT

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PAOLA TINCHITELLA, ECLETTISMO E POLIEDRICITÀ DELL’ONIRICO E DELLA METAFORA

Presente più volte nella Provincia di Ragusa segna una traccia indelebile a favore della valorizzazione del nostro territorio Mettendo a disposizione la sua esperienza professionale nel settore della comunicazione, della promozione e della fruizione del patrimonio artistico, ha permesso lo scambio fra culture territoriali e artistiche offrendo spunti di tutela e di crescita nella provincia iblea

Nasce a Roma, città dove vive e lavora come redattrice occupandosi di ideazione, creazione, supervisione e regia di format televisivi destinati all’IPTV Mediateca Roma. Da circa un decennio ha lavorato nella comunicazione a 360 gradi, oggi è Funzionario delle Attività e Manifestazioni Culturali Turistiche e Sportive. Prioritariamente scrittrice, i suoi racconti sono stati selezionati dalla Rivista Letteraria Prospektiva, da Rinascita Edizioni, da Nova e, nel web, da Racconti nella Rete. L’ambizione del Burattino, racconto breve, ha dato il titolo ad un convegno sui “Social network, vantaggi e rischi” svoltosi a Ragusa il 10 Ottobre del 2009 ed è stato rappresentato, sul palco del Teatro Comunale di Vittoria, dagli allievi di danza del maestro Davide Massaro. La scrittrice è stata ospite, nel suo itinerario ragusano, in due eventi “Un viaggio nell’anima” e “Il silenzio Spezzato” che hanno visto protagonista “Apnea” il suo primo romanzo. Incontra le lettrici della Casa Circondariale di Rebibbia e del carcere di Ragusa. Con “Apnea” si classifica al quinto posto Premio Internazionale di Libri «Il Saggio» e riceve una menzione nell’ambito del Premio Albero Andronico. Inserita nell’Antologia del premio e nell’Enciclopedia degli Autori Italiani. Approda in Mexico alla fiera internazionale del libro di Guadalajara (28 novembre al 6 dicembre 2009) e alla fiera di Torino e a Più Libri Più Liberi, a Roma, assieme ad Intermezzo Criptato (decodificando il femminile in versi) una silloge che raccoglie sessantanove brani di poesia, pubblicata a Maggio del 2010, di cui la poesia  “Disteso su un fianco” è segnalata dalla giuria del Premio IL LITORALE. Diploma di Merito nel maggio 2012 per APOCALYPSE RECUPERO CREDITI e adesso vincitrice della settimana su LA FEDELTA’ concorso indetto da Perrone Editore per AGENDA 2013, correlato a LETTERE D’AMORE DI DACIA MARAINI. Insignita con Medaglia d’Argento della Presidenza della Provincia Regionale di Ragusa, per l’impegno svolto a favore della Comunicazione, dell’Arte e della Cultura. Descrivere l’artista Paola Tinchitella non è facile, e non perché sia difficile o incomprensibile, tutt’altro, semplicemente perché non basterebbe una sola recensione a descrivere il suo carattere eclettico, né sarebbe sufficiente a scoprire la sua interiorità, animata da un ondata di idee geniali e creative, versate su sfondi artistici senza vincoli di scelte disciplinari, senza il limite di regole convenzionali. Unico suo confine è quel sentire di pancia, di cuore , di testa ed il suo invadente daìmon, che la guidano verso traversate  immaginarie e fantastiche, su uno spazio e un tempo sconfinato. È qui in questi territori che la proiezione di visioni reali e formali produce la trasformazione, translando pensieri in perpetuo movimento tipici della sua intelligenza emotiva, in sequenze di parole ricche di suggestioni visive e musicali o visive immagini ricche di letteratura, oscillanti tra prosa e poesia. In realtà, le sue emozioni trasmesse nelle più svariate forme espressive, manifestate attraverso un’istintiva momentaneità dell’attimo colto, che oserei definire un ”action painting” di polluzioni, sono il contenuto e il riflesso di una sincera “intima interiorità” . Paola Tinchitella, è un’artista con una cultura interdisciplinare, eclettica, poliedrica dalla coerente incoerenza, in ogni sua idea progettuale, in ogni suo pensiero artistico lascia un segno indelebile trascinando con interesse ogni fruitore ad entrare nel suo misterioso, intrigante mondo suggestivo e fantastico. Surreale, informale ed onirico lo spazio infinito e atemporale, in cui si trasporta il nettare dell’incessante attività creativa dell’artista in questione ed è oltre il confine che il fluire delle sue idee e delle sue ispirazioni prende vita nella scrittura, nella visualart, nella videopoesia e nella videoart. Se proviamo a compiere un ‘immersione in ogni sua opera è possibile non solo verificare quanto anticipato nella premessa ma ci troveremo avvolti e coinvolti da un flusso di emozioni e investiti da una forza energetica capace di renderci coautori e protagonisti . La sua prima creatura “Apnea” è il suo primo romanzo non romanzo, sarà la prima opera che prenderemo in esame al fine dimostrare e avvalorare quanto appena enunciato: In questo capolavoro, l’autrice, sfida il lettore a immergersi nella profondità del proprio “IO” insieme alla protagonista, Isabel, per compiere un viaggio nel vissuto individuale, rivissuto con la consapevolezza di riconoscere quei detriti che ostacolano le positive proiezioni future di ognuno. Non solo un romanzo, ma un saggio metafora delle possibilità di rinascita di vita che emergono dal viaggio nell’inconscio, aprendo, così, una maggiore introspezione nell’animo di ciascun individuo e liberando il proprio divenire ingabbiato dall’inconsapevolezza. La lettura scorre mediante un linguaggio libero, maestro nell’esternare la creatività emozionale, una caratteristica espressiva che ha origine nella naturale ed istintiva capacità dell’artista. Il secondo escursus lo compiremo per analizzare l’opera visualart Oniri sismi . Un’eccezionale idea di raffinato gusto estetico che racconta le emozioni durante le fasi della sua ispirazione proiettando nello spazio onirico geografie reali , dove la trasposizione del proprio essere, rielabora il teatro esistenziale. L’impostazione della composizione artistica potrebbe, così, essere pensata come il risultato di una ricerca, di fatto così non è, anche se viene elaborata attraverso passaggi visivi con impasti cromatici volutamente riprodotti sotto forma di dimostrazione speculativa. In “Oniri sismi la sperimentazione non è ricerca e la speculazione , intesa come bagaglio di conoscenza è trascinata, in quest’opera geniale, come in un fiume in piena per diventare il getto istintivo della fluidità creativa e della sua capacità di rinnovarsi nel ciclo e riciclo del suo percorso: il rinnovo trascina la novità , nuove vibrazioni le cui scosse energetiche, i sismi , sono in grado di elevarsi e produrre le frequenze di nuove onde con i diversi livelli di coscienza e d’incoscienza. Il testo assegnato all’intera composizione costituisce il parallelismo letterario del quadro visivo e, al contempo, la complementarietà invitandoci a scoprire l’imperfezione del reale che diventa arte, la musicalità nelle parole e nella visione delle onde riprodotte nei vari passaggi, la suggestione tridimensionale suscitata dal movimento a spirale che spinge il fruitore a compiere un salto nell’infinito dell’immaginazione: “Avvolgimi sonno, cancella i giorni… avvolgiti giorno come bobina di suoni, colori, dolori, spasmi, gioia di olfatti da dimenticare, memoria di secondi vissuti a crepapelle. Muori giorno, fatti ingoiare da un notturno che sia speranza di ricominciare con un’altra alba soffusa, diffusa senza refusi da correggere. Non voglio più bozze di reale, né bozzi né lividi sui miei domani. Accoglimi sogno tra le tue braccia nude, lo vedi? Ho abbandonati gli orpelli di pesanti gioielli, che incantano le dita, sul legno che respira al mio fianco. Resta lui a vegliare il mio sonno. La luce dentro respira ancora, si apre un varco tra le follie del tempo che incalza, danza, rimbalza sulle pareti verniciate dal buio, affreschi onirici nelle volte della mente. Ancora una volta entrano in quei secondi distesi sul fianco sinistro… eroi e saltimbanchi, risa e pianti, le donne e gli uomini che mi hanno pugnalata e quelli che mi hanno vestita di preziosismi e virtuosismi. Il gioco continua e il sogno lo guida. E’ sogno, il mixer di icone… riflesso del confine tra reale e ir-reale pensato… entrambi da metabolizzare… Li vomito al risveglio, dopo aver percorso la loro riabilitazione, anche un sogno può guarire, anche un sogno può condurre in sé la cura dell’onda anomala che assale il giorno, che aggredisce la notte. L’alba è una piuma che scende sul mondo, l’attendo già sveglia con il mio sorriso migliore”.

Oniri sismi… fasi del sonno

Dormiveglia by Paola Tinchitella

Sogno by Paola

Risveglio by Paola Tinchitella

Compiendo un‘immersione alternata nei sei passaggi distribuiti nelle tre coppie visive che rappresentano le tre fasi dell’ispirazione, l’autrice vuole rivelarci l’ermetismo, ovvero, il ”perfettamente chiuso” nella “lirica” della prosa. Questo riconduce, nell’espressività delle immagini, nella potenza evocativa, arcana e misteriosa, nascosta in scrigno d’anima .

La prima coppia di immagini ha  per titolo il “Dormiveglia”.

Il titolo rappresenta l’anticamera, la premessa all’ispirazione , un’altalena tra reale e surreale.

Nel primo fotogramma, la realtà è appena confusa dal sogno, il conscio ed il subconscio associano immagini e concetti sull’onda dell’emozione momentanea. Le sfumature tonali che attingono ad un rosa sbiadito simboleggiano l’intimo e l’identità femminile, la visione appariscente memorizza quell’attimo vissuto intensamente, nella lontananza ne afferra paradossalmente delicatezza e necessità di azione rimandando nella sacralità dell’amore il recupero di intensità cromatiche , armonie di complementarietà di anime e corpi , unità di energie nella combinazioni di elementi alchemici.

Nel secondo fotogramma , di fatto, il recupero dell’energia del rosso, che nel primo fotogramma diventa rosa antico (ormai lontano), si ottiene con la mescolanza della stabilità del blu dando origine al viola, colore della metamorfosi, della transizione per tradizione mistico e spirituale . Il viola così ottenuto nell’immagine simboleggia l’unione degli opposti riconducendo alla suggestionabilità del fascino erotico e alla fusione ottenuta dalle sinergie emozionali. Questa fase di premessa si chiude con un intreccio di meditazione, incanto e magia riportando nello stato d’animo equilibrio e rilassamento.

La seconda coppia di immagini ha per titolo Il sogno e rappresenta il momento dell’ispirazione.

Il momento del sogno si apre con la proiezione astratta e astrale , ma in questa fase rappresenta il compiuto, interrotto nel reale e perciò incompiuto il suo divenire, un sogno non realizzato: la trasposizione nella dimensione surreale viene generata dal desiderio di realizzare nel concreto la trasformazione dell’istintività dell’atto nella dimensione terrena. Quel viola diventa evanescente e la luce si mescola nell’azzurro cupo generando un verde veleno: il sogno è trafitto dall’incubo, il verde assume un intensità di rabbia e un crudele cinismo culminando nella putrefazione cromatica, simbolo di perdita , di rinunce e di dolore.

La terza coppia di immagini è rappresentata dalla fase di risveglio provocato violentemente dall’incubo del fotogramma precedente.

Il primo fotogramma della terza coppia restituisce al colore verde la purezza dell’intensità cromatica riconducendo l’inconscio ad uno stato di illuminazione. In questa fase di ricongiunzione tra l’inconscio e il conscio viene raggiunta una comprensione più profonda della propria unità con se stessi nella dimensione del tempo ordinario nella semplicità del suo scorrere quotidiano: l’attimo colto è il momento di discontinuità, un graffio nella semplicità dello scorrere del tempo esattamente come il dolore . La gioia va vissuta , il dolore superato  Nel secondo fotogramma viene rafforzato il concetto di risveglio nel presente e nella sua dimensione temporale. Il colore marrone , infatti, è il colore della terra, delle radici di un albero è simbolo di stabilità e sicurezza e riconduce alla sensazione corporale.   In questa eccellente progettualità artistica, l’autrice compie una “impennata della sua quintessenza” sfiorando il vertice  di una spiritualità ammaestrata dai percorsi terreni. Nell’istante in cui l’intelligenza emotiva trascende dalla materia, la spiritualità si eleva in crescita dimensionale oltre i confini dell’esausto.

Tutta la composizione visiva è caratterizzata dai seguenti elementi : varietà , movimento e ritmo. Essi conferiscono all’opera il carattere dell’interesse, dell’illusione dell’azione durante i cambiamenti delle posizioni dei fotogrammi in sequenza e della musicalità visiva trasmessa nell’alternare spazi positivi e spazi negativi mantenendo, in tutta la sua complessità, un eccellente gusto estetico. Forme e colore diventano opere di invenzione reale, poiché dal reale, l’autrice, trae gli elementi di ispirazione, per essere proiettati nella dimensione surreale. Il getto emozionale non racchiuderà una descrizione in codice, ma una chiave simbolica che ci consentirà di leggere, combinare e scomporre il linguaggio onirico. Veniamo così a conoscenza che nella chiave ermetica si nasconde una ”trappola” per rubare l’attenzione dell’osservatore e invitarlo a scoprire che l’assenza delle spiegazioni non è altro che lo stimolo a riconoscere la poesia e il significato profondo nascosto nella simbologia del colore e delle forme. Diverse sono le opere dedicate alla videopoesia , l’ultimo suo capolavoro, “Intermezzo Criptato” colonna portante dell’omonima silloge poetica che raccoglie sessantanove brani poetici dell’autrice, diventa videopoesia, una produzione “disegnata” dalla stessa, secondo una sua precisa volontà di condivisione di espressioni artistiche attraverso cui è possibile condurre parole, voce, immagini, e musica sullo stesso piano di narrazione: un opera poetica in video pensata dall’autrice, che si è anche occupata della regia e della post-produzione .“Intermezzo Criptato” è un ‘opera che compie un superamento del mezzo espressivo della videopoesia. Il testo poetico, le scene, la musica imperversano rivendicando una liberazione, dei moti dell’animo. La voce narrante dondola tra perfezione estetica, impeto e trasgressione, nella composizione di tutte le espressioni artistiche che si intrecciano all’interno dell’opera con lo sguardo di chi ha percepito, osservato e scavato dentro un trittico consolidato, attori principali dell’astratto sentire : cuore, testa e pancia.   Un viaggio a ritroso alla scoperta dell’ intermezzo criptato ancora da decifrare nei meandri dei disordini dell’intimo . Lo scontro tra tecnica e creatività è volutamente pensato dal progetto artistico per creare una sorta di esplosione sulla libertà di espressione artistica che si allontana da regole utilizzando la spontaneità, in altri termini, così come le parole si svincolano dal loro significato originario, per fare spazio all’intelligenza emotiva, le immagini scivolano da regole tecniche per incidere più vita al movimento; l’effetto soft, infatti, procurato da un sapiente gioco di luce, diaframma e tempi di esposizione, conferisce ad alcune scene una tridimensionalità evanescente sfumata, osiamo dire una bellezza patinata, concentrando l’attenzione dell’osservatore, del fruitore, che si sente invitato a condividere lo spettacolo creativo all’interno della scena.

Nella videoart , Paola Tinchitella, è co-autrice dei testi, produttrice e anche performer .

In questa sede desidero menzionare “Consecutio Temporum”.

Il testo di questa idea progettuale vuole essere la denuncia di un male sociale, uno “slogan” contro l’azione meccanica della gestualità umana. Per raggiungere lo scopo , il messaggio assume un carattere di forte impatto e in grado di impressionare, a tal proposito Paola Tinchitella in qualità di performer spiega: “Questa è video art, ove, diversamente dalla videopoesia, io non devo rappresentare me stessa; il concept è l’unica cosa che deve emergere, il testo è solo l’esplicazione del messaggio, poteva anche non esserci, le immagini dovevano coinvolgere e anche sconvolgere, in “Consecutio Temporum” sono il concept e non la “prosa-poesia”, qui l’ossessività della ripetitività doveva essere scandita con un ritmo molto vicino all’autodistruzione, come massacro dell’individuo e della soave comunicazione della gestualità, dei contenuti del quotidiano che se diventa meccanismo non è più vivere, ma sottovivere… è alienarsi, è fatica che si tenta di superare facendola albergare nella sopportazione indifferente dell’adattamento. Certo il rischio è che il fruitore non riesca a sopportare l’esasperarsi dell’esposizione visiva del concept, ma spesso è questo il rischio della videoarte”. In “Consecutio Temporum”, eccezionalmente e contrariamente alla logica rappresentativa del concept, si viene ad evidenziare la personalità audace della performer: la ripetitività è un’acrobatica sfida reale trasposta nelle sequenze ripetute che la performer esegue per rendere il messaggio della quotidianità dell’attimo che si rivela una somma di “pericolose” abitudini degli istanti di vita di un individuo, il paradosso tematico, viene rappresentato con una marcata capacità di sintesi che mette in risalto le verità nascoste nella meccanicità gestuale, vera protagonista del concept.

Si potrebbe continuare, ancora, ma è più stimolante scoprirla nelle sue svariate capacità di esternare i movimenti del suo intimo interiore perché quello che sorprende dell’artista Paola Tinchitella è questo magico nascosto nella sua essenza che “costringe” lo spettatore ad osservarla a scrutare il daìmon che si agita in lei. Questo comporta una grande responsabilità: la potenza che vibra in lei diventa non solo sua resurrezione dalla banalità accettata dell’esistenza ma l’incipit per risorgere in ciascuno che si avvicini alla sua arte e a scavare per cercare il proprio input, la propria espressione personale… questo è già fare arte.

Esplorare le opere di un’artista dallo spirito libero, interessante,ingegnosa, sensibile ed audace , vuol dire provare l’ebbrezza di passeggiare nella sua anima a piedi nudi e sentire le lacrime di gioia che ti ricambiano con una carezza nel cuore.

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