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ZONA ROSSA IN SICILIA?, NO ARANCIONE SBIADITO

L’ennesimo paradosso di un decreto voluto dal presidente della Regione, che penalizza oltremodo alcune categorie in modo particolare i ristoratori costretti, loro malgrado, ad una chiusura forzata. La prevenzione in questa nuova ondata di contagi non è mai troppa. Il presidente provinciale di Confimprese iblea, Pippo Occhipinti, chiede al presidente della Regione, Nello Musumeci e all’assessore alla sanità Ruggero Razza la ratio di questo provvedimento. “Siamo in presenza di una zona rossa assai sbiadita – incalza Occhipinti – con pochissimi controlli e tante attività economiche aperte. I ristoratori che hanno adeguato le loro attività alle norme anticontagio, con distanziamento e riduzione drastica dei coperti, sono costretti alla chiusura forzata. Come se il virus circola solo all’interno di alcune attività nel caso specifico i ristoranti. Ci vogliono controlli capillari in un momento estremamente difficile per la tenuta sanitaria del paese”. Occhipinti parla, poi, dello stillicidio di misure nazionali e regionali spesso contradditorie e in più costretti a fare i conti anche con ristori assolutamente insufficienti a compensare i rilevanti danni registrati. “La misura oramai è colma –incalza Occhipinti -abbiamo chiesto al comune di Ragusa, per le iniziative di propria competenze, un piano di intervento in materia di tributi locali. Venerdì in videconferenza avremo il confronto con il primo cittadino Peppe Cassi”.

Marcello Digrandi

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